Fonte d’ispirazione per più di una generazione di rock band, i R.E.M. sono l’anello di congiunzione fra il post-punk degli anni ’80 ed il rock alternativo dei ’90. Con un sound subito riconoscibile e testi criptici, i R.E.M. hanno trasformato il rock indipendente in mainstream, ma senza mai snaturare il proprio stile.
Il nucleo della band si forma nel 1980 ad Athens in Georgia. Nel Wuxtry record store, negozio di dischi in cui Peter Buck lavora come commesso, avviene l’incontro fra il chitarrista ed il cantante Michael Stipe. E di lì a poco, si aggiungono gli altri membri storici: Mike Mills al basso e Bill Berry alla batteria.
DAL PRIMO SINGOLO “RADIO FREE EUROPE” ALL’ALBUM “LIFES REACH PAGEANT”
Il primo singolo registrato dalla band si intitola “Radio Free Europe”. Siamo nel 1981 ed il brano, grazie alla spinta propulsiva del passaparola, diventa una hit nelle radio dei college, attirando l’attenzione di varie etichette indipendenti. È la I.R.S. Records a mettere i R.E.M. sotto contratto nel 1982, poco prima della pubblicazione dell’EP “Chronic Town”. L’anno successivo è il momento dell’album d’esordio. Intitolato “Murmur”, il lavoro conquista la critica permettendo alla band di irrompere nella nell’American Top 40 chart. E viene nominato miglior album del 1983 dalla rivista Rolling Stones. “Reckoning”, “Fables of the Reconstruction”, “Lifes Rich Pageant”: nei tre anni successivi la band dà alle stampe altrettanti lavori in studio, consolidando il proprio successo e affiancando alla fervida vena creativa un’intensa attività live.
I R.E.M. ALLA FINE DEAGLI ANNI ‘80
Il 1987 è l’anno di “Document”, album trainato dalla cupa profondità di “The One I Love”, singolo che entra di prepotenza nella Top Ten a stelle e strisce. Il lavoro successivo s’intitola “Green” e segna il passaggio dei R.E.M. dalla I.R.S. Records alla Warner Bros. L’enorme successo commerciale dell’album anticipa un tour estenuante per la band che deciderà, una volta portato a compimento, di interrompere a tempo indeterminato l’attività on stage.
IL SUCCESSO ESPLOSIVO DEI PRIMI ANNI ‘90
Gli anni ’90 per la band si aprono nel miglior modo possibile. Datato 1991, “Out of Time” è uno dei lavori di maggior successo di sempre, anche grazie al trascinante sound del singolo “Losing My Religion”. Ancora maggiore è l’impatto su critica e pubblico di “Automatic for the People”. Pubblicato nel 1992, l’album include alcuni dei brani simbolo della band, come “Drive”, “Man on the Moon” e la struggente “Everybody Hurts”. Nel 1995, in occasione del lancio di “Monster”, il quartetto decide di riprendere a suonare dal vivo. Sfortunatamente il tour è flagellato da una lunga serie di infortuni e malattie che vedono coinvolti tre dei quattro musicisti. L’anno successivo vede la luce “New Adventures in Hi-Fi”, album che rappresenta per la band un mezzo passo falso. Pur osannato dalla critica, infatti, non riceve il meritato consenso popolare.
IL RITIRO DI BILL BERRY E GLI ULTIMI LAVORI IN STUDIO
Il 1997 coincide con uno dei momenti più intensi per la band. Lo storico batterista Bill Berry, infatti, decide di ritirarsi dalle scene, in modo consensuale e pacifico. Legato da una forte amicizia agli altri membri della band, non verrà mai rimpiazzato se non da una drum machine. “Up” è il primo album dei R.E.M. come trio. Datato 1998, include la sognante “Daysleeper”. Gli ultimi anni della band sono un costante saliscendi dal palco, intervallato da sessioni di registrazione. Nel 2001 viene dato alle stampe ”Reveal” mentre “Around the Sun” esce nel 2004. L’ultimo lavoro in studio dei R.E.M. si intitola “Collapse Into Now”. Pubblicato nel 2011 pone la parola fine a una carriera straordinaria lunga 31 anni.